Associazione “Quartiere Ogliara”

Un’isola felice, un faro, un punto di incontro e di sostegno: tutto questo rappresenta per i rioni collinari di Salerno l’associazione “Quartiere Ogliara” che dal 1998 opera sul territorio, fungendo da guida e offrendo appoggio ai minori, alle loro famiglie e, in generale, a tutte le persone che vivono delle difficoltà. Tre i centri operativi tra Ogliara e Rufoli, tra cui un bene confiscato alla malavita. In particolare, presso il centro Chiara Della Calce di Ogliara che ospita circa 85 bambini, con il patrocinio delle Politiche Sociali del Comune di Salerno, il tenace presidente Archimede Fasano, insieme alla sua squadra costituita da operatori e volontari del Servizio Civile, ha dato vita ad un piccolo scrigno di risorse da mettere al servizio del territorio. Non solo doposcuola, ma anche attività ludiche ed educative per gli innumerevoli utenti.

Come funzionava prima della pandemia? Adesso che tipo di attività fate?
Prima le attività principali erano quelle di supporto allo studio. Adesso i volontari fanno doposcuola a distanza, in videoconferenza da casa, soprattutto a ragazzi di terza media che hanno bisogno di preparare le tesine. Fin dalle prime fasi dell’emergenza Covid-19, poi, l’associazione ha acquistato beni di prima necessità da devolvere in beneficienza a famiglie bisognose, raccogliendo anche donazioni da privati. Inoltre, abbiamo offerto supporto per la gestione delle pratiche di richiesta di sussidi statali, anche tramite consegne a mano delle stesse nei giorni 6 e 7 aprile.

Che tipo di mezzi di comunicazione, dato il distanziamento sociale, avete utilizzato?
Per le attività di doposcuola a distanza abbiamo utilizzato le piattaforme Teams e Zoom. Per organizzarci poi, oltre ai classici contatti telefonici, abbiamo anche un gruppo Whatsapp.

Che bacino di utenza avete?
Nel momento in cui si è dovuto far fronte all’emergenza, l’utenza si è estesa a tutte le zone collinari di Salerno.

In che modo sono stati coinvolti i volontari?
Tramite la suddivisione dei ruoli: c’è chi gestisce la tecnologia, chi la parte di preparazione del materiale per i bambini e chi si è occupato della consegna dei pacchi alle famiglie.

Quali difficoltà sono state riscontrate?
La principale difficoltà è stata quella relativa all’utilizzo e alla gestione degli strumenti tecnologici.

Che feedback avete ricevuto dai volontari?
Molto positivo. I ragazzi del Servizio Civile sono stati impegnati nel sostegno scolastico, in modo molto attivo e vivace.

Qualche consiglio su come gestire un’associazione in situazioni di simile emergenza?
L’impreparazione e la paura iniziale devono essere superati grazie al senso di solidarietà e di comunità. Cinquanta pacchi da consegnare in un giorno, ti fa riflettere sulla gravità della situazione. L’augurio più grande è che tutto finisca presto per capire che le famiglie stanno ripartendo.

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